Eccoci. Prima o poi doveva
succedere. Il ciclone si è abbattuto sulla mia casa. Era inevitabile e lo
stavamo aspettando. Speravamo che ritardasse rispetto alle previsioni ma
purtroppo è arrivato portato dai venti caldi dell’estate. L’aspetto del ciclone
è all’incirca questo:
- Si manifesta intorno ai 10 anni.
- Si abbatte con forza e travolge tutto quello che incontra.
- È carico di energia indomabile e potenzialmente distruttiva.
- È difficile da incanalare e governare.
- Passa da stati di quiete quasi catatonica a momenti di tempesta rabbiosa.
- E’ a tratti, piuttosto frequenti, insopportabile.

- Instabilità interna.
- Fragilità.
- Umidità da condotti lacrimali.
- Bisogno estremo di anticicloni.
Chiunque abbia, come me, figli
intorno ai dieci anni ha perfettamente capito di cosa sto parlando. E’ il
ciclone PREADOLESCENZA. Prima o poi arriva per tutti. Prima o poi dobbiamo
farci i conti come genitori così come abbiamo dovuto farci i conti durante la
nostra crescita. Ma quando tocca ai nostri figli, beh, è tutta un’altra storia.
I nostri meravigliosi cuccioli profumati da angelo e accoccolati sulla nostra
pancia si trasformano in demoni dalle unghie affilate e i canini insanguinati.
Ce l’hanno con il mondo. Ma soprattutto ce l’hanno con noi. Sono bravissimi a
riconoscere i nostri passi falsi (perché ne facciamo, eccome). Sono martellanti
e terribilmente insopportabili. Vogliono fare cose ma non le vogliono fare. Sono
euforici e sono tristi. E poi, all’improvviso, piangono e si chiudono in un
silenzio assordante. Lo fanno proprio mentre tu sei così arrabbiato per
l’ultima loro performance che gli strapperesti un dito a morsi. Ma come fai? Li
trovi lì, nella loro stanza, cuffie alle orecchie e occhi da cane bastonato. I
preadolescenti sono questo. Un tumulto di emozioni in una personalità in
crescita. Vogliono spiccare il volo ma alle ali hanno quattro piume striminzite
e spesso hanno più paura che coraggio. Vogliono dire la loro ma molte volte i
pensieri gli si confondono nella testa e dicono cose incomprensibili.
Andrebbero a vivere da soli ma appena te ne esci dalla porta si sentono
terribilmente soli. Vogliono che tu te ne vada ma hanno l’estremo bisogno di
essere accolti, ascoltati, compresi e perfino coccolati (se non in senso
stretto, almeno metaforico). E tu sei lì, in mezzo a questo turbinio, che
cerchi di fare mente locale ricordando quello che provavi alla loro età e speri
di cavartela facendo il minor numero possibile di danni. Cerchi strategie,
pensi, provi strade e soluzioni. Ti arrabbi, li metti in punizione, li
rimproveri aspramente e poi, una volta calmate le acque, provi a sederti con
loro e a intavolare un confronto pacato. Li porti a mangiare un gelato o a
vedere un bel film. Fai il genitore nel miglior modo possibile, senza dimenticarti
che come genitore hai il compito di guidarli ricordandoti che in primo luogo
devi guidare te stesso. La personalità del nostro piccolo demone sta cambiando,
sta crescendo e quasi stentiamo a riconoscerlo. Ha bisogno di noi. Ha bisogno
di sapere che un giorno quelle quattro piume diventeranno un piumaggio
voluminoso e sicuro, che potrà volare, esplorare e tornare al nido da noi. Ma
per ora tocca a noi. Ci tocca affrontare questo ciclone stando al loro fianco.
Ci tocca cercare nuove strategie per affrontare questa nuova sfida e uscirne
insieme da vincitori. Cosa possiamo fare se non trasformarci in pale eoliche e
approfittare di questi venti ciclonici per produrre energia utile? Avanti tutta
allora e affrontiamo questo ciclone!