C’è una mamma che ogni mattina,
alle 8.25 precise, arriva alla scuola dell’infanzia ad accompagnare il proprio
bambino. Parte da casa sua, a circa un chilometro di distanza, a piedi. Freddo,
neve, pioggia o sole non contano. Lei parte, a piedi, con il suo bambino, e lo
accompagna a scuola. E ogni giorno alle 15.45 ritorna e aspetta che aprano i
cancelli per riportarlo a casa. Ma non solo. Questa mamma, ogni mattina,
prepara anche la sua bambina di tre mesi. Prepara il bimbo più grande poi si
dedica alla piccola. Le dà la colazione, la cambia, la veste, la avvolge in una
calda copertina di pile, la mette nella carrozzina blu, copre la carrozzina con
un sacchetto trasparente di plastica quando piove (perché il parapioggia
adattato lei non ce l’ha) e parte da casa. Con entrambi i figli. Arriva a
scuola e lascia la carrozzina fuori dai cancelli, perché dentro, sotto la
tettoia, al riparo, non si può lasciare, è una questione di sicurezza. Allora
lei lascia fuori la carrozzina e, sotto la pioggia, sposta il sacchetto
bagnato, sfila veloce la sua bambina e entra ad accompagnare il piccolo che nel
frattempo ha salito le scale e si è avviato verso la sua classe. Quando
arrivano davanti alla classe, con una mano tiene in braccio la bambina e con
l’altra aiuta il piccolo a svestirsi. Si abbassa dal suo bambino, lo bacia, gli
fa baciare la sorellina, lo saluta e si avvia. Esce, sotto la pioggia, senza l
‘ombrello (perché tanto non riuscirebbe a tenerlo in mano con la bimba in
braccio o la carrozzina da spingere), rimette la bimba al riparo e si incammina
verso casa, verso le sue faccende da mamma. Ogni giorno. Ogni settimana.
Tutto l’anno. Lei si alza ogni mattina e lo fa. E’ una mamma giovane. E’
una mamma stanca e si vede. Ma sorride quando incrocia il tuo sguardo. Ti
sorride e cammina verso casa. Con amore. Nonostante tutto.
Poi c’è un’altra mamma. Lei ha
tre figli. E’ rimasta sola troppo presto e troppo in fretta. Si prende cura di
loro. Combatte. Fa i conti con la vita che continua nonostante tutto. Sorride
poco e va avanti. Fa quel che può e lo fa al meglio. Ci prova. Non molla perché
non si può mollare. I figli crescono, hanno bisogno della mamma oggi più di
ieri. Sempre. E allora va alle riunioni scolastiche, si barcamena tra casa e
scuola, li porta alle attività sportive e agli impegni settimanali. Cerca
di non perdere i pezzi. Ma i pezzi ogni tanto li perde. MA pazienza. Tutto
continua lo stesso. Si alza, ogni mattina, e ricomincia. Li guarda
diventare grandi e ce la mette tutta perché abbiano una vita felice.
Poi ci sono altre mamme. Le mamme
turbo. Le mamme che sono le mamme di tutti. Quelle che si scrivono messaggi per
confortarsi e trovare la solidarietà e il sorriso delle altre. Le mamme che si
prendono un caffè di corsa, una volta la settimana, solo per il gusto di
vedersi almeno quei cinque minuti e darsi la carica per iniziare un'altra lunga
giornata divise tra lavoro, casa, colloqui con i professori, compiti da finire,
panni da stirare, lavatrici, scadenze, promemoria che suonano inascoltati in
borsa e che si accumulano alla fine dell’agenda perdendo la speranza di venire
mai spuntati. Sono le mamme che ci sono e che ci provano ad esserci. Quelle
che hanno paura ma affrontano tutto a testa alta e con coraggio. Quelle
che contano su se stesse e anche sulle loro amiche. Le mamme che coccolano i propri bambini
annusandone il profumo intensamente perché, si sa, i bambini sanno di
felicità. Quelle che si arrabbiano e li
rimproverano, che li correggono, che li sostengono, che li aiutano a spiccare
il volo. Quelle che programmano tutto e quelle che alla fine si incasinano lo
stesso.
Fra tutte queste mamme ci sono
anche io. E questo non è un post in ritardo per festeggiare nel giorno
sbagliato la festa della mamma. Questo è un post per tutti i giorni. Un post
che racconta il racconto di sempre. Un micro mondo di grandi mamme che vogliono
esserci. Questo post è per chi ci si ritrova qui, per chi sa di
esserci, per chi vuole esserci e anche per chi ci sarà. Un post per chi cerca
aiuto e per chi lo dà.
C’è una mamma oggi, in questo
post, e quella mamma sono io….