Io mi sento fortunata. Per
svariati motivi mi sento fortunata. Oggi che è il primo maggio non posso che
sentirmi fortunata per il fatto di avere un lavoro. Ma non solo. Sono fortunata soprattutto perché
questo lavoro mi piace, mi appassiona, mi rende orgogliosa. Ci sono stati molti
conflitti fra me e il mio lavoro negli ultimi 17 anni. Abbiamo avuto problemi
di reciproca convivenza. A volte il mio lavoro mi ha messa a dura prova. A
volte ho perso il senso di quello che stavo facendo. Altre ancora le mie
aspettative superavano le sue possibilità e viceversa. Ma non ci siamo mai arresi, io e
il mio lavoro. Mi è capitato di immaginarmi a fare altro. Mi è capitato
di pensare di mollare e lasciare tutto per tornare dietro a una scrivania. Ma
non l’ho mai fatto. E ho scoperto qualcosa di meraviglioso! Ho
scoperto che amo il mio lavoro e lui ama me. Ho scoperto che solo
questo lavoro è capace di darmi gioie e dolori che nessun altro potrebbe. Ho
scoperto che è capace di elevare la mia autostima sopra ogni immaginario e allo
stesso tempo sa sfidarmi come non avrei mai potuto credere possibile. Ho
scoperto che nei momenti di crisi io non posso e non devo mollare. C’è
sempre un’altra via. Nei momenti di crisi devo rimettermi in gioco e immaginare
altro. Devo vedere oltre e intraprendere nuove strade, aprire porte, mettermi
in discussione. Ho scoperto che posso farmi domande e cercare risposte e ho
scoperto che posso leggere, studiare, conoscere, incontrare, capire. Posso
uscire dal mio piccolo microcosmo e frequentare altri microcosmi, ascoltare le
parole degli altri, i racconti degli altri, le esperienze degli altri. Ho
scoperto che il mio lavoro, fra la gente e per la gente, mi apre un mondo di
possibilità che credevo impossibili. Ho scoperto che se mi fermassi a
vivere la giornata senza guardare al futuro non potrei fare ciò che so fare
davvero, sognare. Se non immaginassi occhi piccoli diventare grandi, mani
piccole diventare grandi, persone piccole diventare grandi, non potrei avere progetti
e obiettivi e tutto perderebbe di senso. Il qui e ora è solo un frammento di
ciò che siamo, di ciò che sono gli altri di fronte a noi e la mia sfida, ogni
giorno, è vedere oltre l’hic et nunc. Sono fortunata. E lo sono perché oggi,
ancora una volta, mi viene chiesto di leggere nuove anime, di immaginare nuovi
futuri, di lavorare per loro. Sono fortunata perché, non solo ho un lavoro, ma
posso specchiarmi in esso, posso ritrovarmi, perdermi e ritrovarmi di nuovo. Posso
essere fiera di quello che faccio. E per questo oggi voglio festeggiare insieme
a voi. Voglio festeggiare il lavoro educativo, quello che in tanti criticano,
sottovalutano, sottopagano, sottostimano. E voglio festeggiare tutto il lavoro.
Come diritto e non solo come dovere. Come passione e non solo come fatica. E il
mio pensiero va a chi sogna, a chi lotta, a chi cerca, a chi spera. Va a chi
oggi, come ieri, cerca la propria dignità e non la trova. A chi l’ha trovata e
non vuole più perderla. A chi ne vorrebbe una nuova. Ai gradini che salgono e
ai gradini che scendono. Oggi festeggio e penso a ciò che ho e che
non vorrei perdere. Sono fortunata e sono un’educatrice!!
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