Allora rifletto su questo e penso
che mi piacerebbe che un giorno i miei figli fossero così. Mi piacerebbe che
imparassero a sorridere, a sdrammatizzare, a cogliere il bello della vita. Mi
piacerebbe che imparassero a piangere ma anche ad asciugarsi le lacrime e ad
alzarsi il mattino seguente con il sole e una buona idea in testa. Nella
descrizione del mio profilo ho scritto che amo le domeniche di primavera. Le
amo perché sono cosi: tiepide e luminose come l’abbraccio di chi ti ama. Amo
ridere dei neologismi strambi del mio bambino di tre anni. Amo ridere degli
strafalcioni grammaticali di mia figlia. Amo ridere delle scenette buffe di mio
marito. E amo che loro stessi ridano di me e di quello che combino. La mia
famiglia è così. Noi ridiamo. Se qualcuno è triste lo facciamo ridere. Se
qualcuno non riesce ad addormentarsi la sera perché ha paura, noi raccontiamo
un aneddoto simpatico e positivo per portare via i brutti pensieri. Se qualcuno
piange per la stanchezza, noi lo abbracciamo e lo consoliamo e poi gli facciamo
il solletico. Perché ridere nella vita aiuta a vedere tutto sotto una luce
nuova. Aiuta a combattere le paure. Aiuta a sentirsi meno soli.
Quello che mi piacerebbe
consigliarvi oggi allora è: educate i vostri figli al sorriso con il vostro
sorriso! A tutti capita di arrabbiarsi, incupirsi, intristirsi ma poi dobbiamo
trovare la via per riaffiorare in superficie e sorridere. Lasciatevi aiutare
dal sorriso dei vostri bambini. Lasciatevi contagiare dal loro divertimento.
Gioite della gioia. Ridete dei sorrisi. Illuminatevi. Imparare a ridere
è una cosa seria! Come dico sempre ai miei ragazzi in classe “su, ridi,
che la vita ti sorride”.
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