Ho ripensato in questi giorni a
un aneddoto accaduto circa 20 anni fa. E’ strano come a volte tornino alla
memoria esperienze che pensavi di aver dimenticato ma che in realtà hanno
lasciato una traccia indelebile nella tua esistenza. Era il periodo in cui la
mia nonna era ricoverata agli ospedali riuniti di Bergamo perché purtroppo non
stava troppo bene. Erano ormai diversi giorni che era ricoverata e, come accadeva
spesso a casa quando il sabato mi divertivo a fare la piega a lei e alla mia
mamma, un giorno mi chiese di aiutarla a lavarsi i capelli e a sistemarli.
Ricoverata con lei si trovava una signora in gravi condizioni di salute. Aveva
una malattia incurabile. Mia nonna aveva instaurato una semplice e consolatoria
amicizia con questa signora. Chiacchieravano, si tenevano compagnia, a volte,
se stavano bene, giocavano a carte. Quella signora, dopo avermi visto fare la
piega alla mia nonna, mi chiese con garbo e gentilezza se potevo farla anche a
lei. Non era il mio lavoro e non ero abituata a sistemare i capelli a persone
estranee. L’ho fatto molto volentieri nonostante non nego di essermi sentita un
po’ in imbarazzo. Ricordo che mi aveva ringraziata tanto, che si era guardata
più volte allo specchio e che io mi ero scusata perché non ero propriamente un’esperta.
Ma lei era proprio felice e disse che si sentiva finalmente in ordine. Al
momento non ho compreso il senso profondo di quell’esperienza, ma adesso, dopo
tanti anni, dopo essere diventata mamma, dopo aver lavorato con tanti generi di
dolore, ho finalmente capito. Ho capito quanto desiderio di dignità ci
fosse in quella signora e in mia nonna che, nonostante si trovassero in un
momento di grande dolore e perdita di sé, non hanno smesso di cercare la
propria dignità anche solo in una piega fatta da una ragazza inesperta.
E allora penso a quanto valore abbia la dignità, la cura di sé, il volersi bene
e l’apprezzarsi anche nei momenti di dolore e fatica. Adesso so che quel giorno
ho imparato questo. Adesso so che vorrei che i miei figli conoscessero questo
grande valore che non è vanità ma dignità. La dignità del volersi bene,
la dignità del ritrovare se stessi, l’amor proprio, la cura per sé. Quanto è
grande questo valore e quanto è grande e indispensabile il suo insegnamento
come fondamento e base solida per non perdersi nella disperazione e per non
gettarsi mai via. Quanto forte è un essere umano pieno di dignità, che a testa
alta affronta la propria vita nel bene e nel male. Vorrei riuscire a insegnare
la dignità ai miei figli perché un essere umano che conosce il valore della
dignità è un essere umano ricco!
Nessun commento:
Posta un commento