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giovedì 17 marzo 2016

L'istinto estinto

Pensavo ai miei genitori. Pensavo al fatto che non hanno mai letto un trattato di pedagogia. E non hanno nemmeno mai parlato con un esperto. E sicuramente non avevano google per cercare consigli online. Eppure sono stati dei buoni genitori. Se hanno sbagliato? Certo! Molte volte. Ne più ne meno come sbaglio io ogni giorno. Hanno sbagliato come normali esseri umani. Come normali genitori. Hanno sbagliato ma non hanno mai avuto paura di essere genitori. Hanno seguito il loro istinto, quello che ti dice se una cosa è giusta o sbagliata. Quello che ti dice che quella cosa, proprio quella, tu devi insegnarla ai tuoi figli. Devi insegnare loro a capire che è giusta. O che è sbagliata. Hanno seguito il loro istinto e hanno detto no. Hanno detto sì. Hanno detto basta. Non hanno avuto paura. Sono passati attraverso tre adolescenze, una diversa dall’altra. Molte volte non hanno capito. E altre invece sì. Ma hanno lottato. Hanno scelto. Si sono esposti. Ma questo istinto che fine ha fatto? Siamo una società in evoluzione. Siamo esseri in evoluzione. Diventiamo sempre più tecnologici, sempre più avanzati, sempre più high, ma allo stesso tempo sempre più dipendenti. Dipendenti dagli esperti, dai consiglieri, dai consigli, dalle googlate. E diventiamo sempre più diffidenti. Non  ci fidiamo degli insegnanti, non ci fidiamo dei maestri, non ci fidiamo nemmeno di noi stessi. Sappiamo che c’è qualcosa che non va nel fatto che nostro figlio ci imponga di eseguire i suoi comandi ma ci travolge la paura. Abbiamo paura che la sua infanzia lo traumatizzi. Abbiamo paura che ponendo limiti ci odi. Abbiamo paura che i nostri NO a lui siano NO a noi stessi. E questa paura ci paralizza, ci confonde, ci spinge a dire sì. O peggio, a non dire niente. E l’istinto si estingue. Muore. E mentre muore, muore anche la capacità di riconoscere il bene dal male, il giusto dallo sbagliato. Muore la capacità di percepire il limite, di accettare la frustrazione, di gestire la rabbia. I bambini si arrabbiano. Sì, lo fanno. E noi possiamo insegnare loro che arrabbiarsi è una cosa, scaricare la propria rabbia sugli altri è un’altra. E' giusto confrontarsi, osservare ciò che ci circonda, informarci e conoscere ma è altrettanto giusto guardare dentro di sè. Allora non abbandoniamo il nostro istinto. Che siamo pedagogisti o impiegati o operai o casalinghe o qualsiasi altra cosa, non perdiamo l’istinto di essere genitore che si prende la responsabilità di provarci!!!

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