Questo blog è scritto a quattro mani. Quando leggerete troverete l'essenza di noi. Leggerete la nostra esperienza di vita, come mamme e come educatrici. Questo blog è la nostra visione pedagogica. Questo blog siamo noi! Il nostro motto è: L'ESPERIENZA DEGLI EDUCATORI AL SERVIZIO DEI GENITORI! Aiutateci a rendere speciale questo blog con le vostre condivisioni e i vostri commenti...

venerdì 11 novembre 2016

L'unità di misura delle scelte

Come si misura il peso di una scelta? Che valore hanno le conseguenza di quello che scegliamo?
 Il mondo, questa settimana, è cambiato. Qualcosa, nella storia, è cambiato. Certamente questo non sarà il luogo per fermarsi a fare confronti politici e a definire se quello che abbiamo davanti sarà un periodo buio oppure no. Quella che vorrei avviare, con questo post, non è una discussione sulle scelte degli americani, ma una riflessione sulla scelta in senso lato. La grande domanda che mi sono posta in questi giorni è se siamo capaci, come adulti, come esseri umani, di sostenere il peso di una scelta e se siamo ancora capaci, come genitori, di insegnare questo ai nostri figli. Mi sono chiesta se in un mondo virtuale come quello in cui viviamo oggi, non si sia perso il senso del reale e delle reali conseguenze di ciò che facciamo.
Oggi, mentre andavo a scuola a prendere i miei figli, ho visto un gruppetto di ragazzini giocare con i petardi e filmare le proprie attività ricreative con il cellulare. Mi sono domandata che fine avrebbe fatto poi quel filmato. Ho immaginato che l’intento del filmarsi potesse essere quello di condividere tale video. Allora mi sono chiesta se qualcuno avesse spiegato a quei ragazzini il significato del “dopo-condivisione”, se qualcuno avesse parlato loro della conseguenza dello “scegliere-di-condividere-tutto”. E, più in generale, se qualcuno avesse parlato loro della conseguenza di una scelta. O anche, perché no, di ogni non-scelta?  Mi sono chiesta se qualche adulto abbia progettato per loro un percorso di crescita orientato al “saper scegliere”, magari chiedendo loro di decidere fra più opzioni, magari ascoltando le loro richieste e portando loro obiezioni sensate, magari affrontando le loro proposte con controproposte valide. Nei piccoli gesti quotidiani, nelle piccole cose della vita, ogni giorno. A tutti noi è chiesto di fare delle scelte. E noi le facciamo. Ma quante volte pensiamo alle reali possibili conseguenze?
Quale grande sfida ci troviamo ad affrontare oggi! Riprendere in mano il nostro futuro e insegnargli a scegliere in modo sensato, a ragionare, a riflettere, a ipotizzare, a porre questioni. Abbiamo l’onere e l’onore di chiedere ai nostri figli di ragionare. Abbiamo l’incarico pressante di portarli all’autonomia di scelta. E allora come fare? Come aiutare un bambino a maturare la responsabilità della scelta quando ci ritroviamo a vivere in un mondo che nella nostra mente non esiste? Quando quello che leggiamo sembra non riguardarci mai? Quando quello che clicchiamo non ha importanza perché tanto nessuno ci conosce perché abbiamo usato un falso username? Quando possiamo scrivere quello che vogliamo su facebook, tanto facebook non esiste?
Mi guardo intorno e vedo genitori sempre meno consapevoli delle intricate ragnatele della realtà, ignari del pasticcio in cui si cacciano i propri figli quando pubblicano video su youtube, inconsapevoli delle trappole della rete e della realtà virtuale. Vedo ragazzi accedere al mondo virtuale senza filtro e senza paura.  Guardare cose una volta segrete ora autorizzate pubblicamente. Condividere la propria e l’altrui vita privata senza pensare a nessuna conseguenza. Se tutto questo, ogni giorno, così vicino a noi, viene percepito tanto lontano, come può essere percepita qualsiasi altra scelta?
Io non ho risposte certe. Ho solo domande. Ma spero che nel farci queste domande riusciamo anche a fermarci a cercare le risposte. Spero che leggendo qualche riga scritta da una mamma che ha la fortuna di poter guardare il futuro da una finestra privilegiata, quella del lavoro educativo, altre mamme si accorgano di quanto sia oggi, come ieri e più di ieri, importante riflettere sul compito arduo e complesso dell’educare alla scelta e alla capacità di portare il fardello che essa comporta. Altre scelte ci riserba il futuro, altre domande e altre risposte da dare e io mi auguro che saremo pronti e preparati. Mi auguro che le future generazioni possano esserlo. Perché l’unica unità di misura delle scelte che facciamo è la quantità di dolore che essere provocano all’altro da noi!