Esistono trucchi e leggi della
fisica che regolino anche gli interventi educativi? Esistono manuali per
affrontare la genitorialità? In tanti se lo chiedono. In tanti vanno alla
ricerca di risposte certe e metodi standard da applicare per “non sbagliare” e
essere bravi genitori.
Ma devo darvi una cattiva
notizia: il manuale non esiste. Non esiste nessun educatore o pedagogista in
grado di darvi un elenco puntato di azioni da svolgere per ogni situazione
senza conoscere voi e soprattutto senza conoscere i vostri bambini. Tutti noi
siamo come quadri di Monet. Siamo composti da migliaia di pennellate singole
che creano nel complesso un meraviglioso capolavoro. Un capolavoro unico.
Nessuno di noi è la copia di qualcun altro. Nessuno di noi può essere
riprodotto in serie. Siamo fatti di esperienze, bagagli genetici, attività
fisiologiche e corporee, emozioni. Agiamo nel e rispondiamo all’ambiente in cui
viviamo. Ecco perché un manuale non può esistere. Ecco perché non esiste
un’azione per ogni situazione.
Esistono però buone prassi
educative. Esistono però consigli generali che un educatore può dare e che
possono diventare spunti di riflessione che ogni famiglia può cogliere per
inserire nel proprio agire quotidiano alcuni cambiamenti che permettano di
migliorare le personalità in crescita dei propri figli.
Uno di questi consigli, che oggi vorrei
darvi, riguarda proprio la visione globale della crescita dei nostri bambini. I
nostri cuccioli non sono singole pennellate ma un capolavoro complesso, fatto
però proprio da questo insieme di tratti. Crescere un figlio in equilibrio
significa sapere quali sono i tratti di una persona che vanno coltivati. Questi
aspetti, secondo me, sono fondamentalmente 4 e sono nel seguente ordine di
importanza:
1. Prendersi
cura del loro corpo e insegnare loro a farlo: mantenerli in uno stato di salute
attraverso una sana alimentazione, attraverso il movimento, il giusto ritmo di
attività-riposo, la pulizia e l’igiene personale. Un corpo sano ed equilibrato
permettere il corretto svolgimento delle funzioni corporee e di conseguenza
cognitive e di apprendimento.
2. (in
parallelo) Prendersi cura delle loro menti e insegnare loro a farlo: dedicarsi
allo sviluppo del loro pensiero, fare loro domande sulle cose e rispondere alle
loro stesse domande, aiutarli a scegliere attività che li rilassino e aiutino
lo scorrere dei pensieri, leggere con e per loro, interessarsi con loro alle
cose, interessarli alle cose. Una mente sana e in equilibrio è portatrice di
salute.
3. Insegnare
loro a prendersi cura degli altri con gesti volontari di aiuto. Sottolineare e
riconoscere i loro gesti di aiuto spontanei come fondamentali e importanti.
4. Insegnare
loro a prendersi cura delle proprie cose: insegnare loro a usare con cura le
cose, che c’è un posto per ogni cosa e che ogni cosa va al proprio posto, che è
importante tenere pulito il luogo in cui si vive e si lavora, e che le proprie
cose hanno un valore.
Perché questi
quattro punti in questo ordine? Perché un corpo sano aiuta la salute mentale e
viceversa. Perché l’equilibrio dei primi due permette di orientarsi verso
l’altro. Perché lo sviluppo del sano senso estetico e del “bello”, ultimo ma
non meno importante, riporta alla cura di sé e dell’altro da sé. Un piccolo
inizio, tutto da approfondire, che ci permetterà di metterci in discussione e
mettere in discussione le nostri azioni educative quotidiane.