Vuoi vedere che ho sbagliato?
Per anni, che mi sembrano
infiniti a dire il vero, sono stata convinta che lo specchio fosse al servizio
della Regina e che lei avesse il comando. Ah, quale inganno!
Povera regina illusa e che convinta
della propria illusione continua a ripetere: "specchio, servo delle Mie brame…". Ma
non vi è inganno peggiore perchè la verità è un’altra. La verità è che oggi, mai
come prima, l’immagine è "noi" e noi siamo la nostra immagine. Specchio, padrone
delle mie brame!
Per lui siamo disposti a tutto. Vestiti,
casa, macchina, vacanze, fidanzato, matrimonio o convivenza, a dipendenza dalle
mode, e ovviamente figli. Sono crudele? Forse, o forse sono solo
un’osservatrice che raccoglie i pezzi e li ricompone. E quello che osservo è
che, a proposito di specchi, i nostri figli sono essi stessi il nostro specchio delle brame. Lo sono in
tutto. E non parlo solo di vestiti o estetica ma anche, e soprattutto, di
educazione. I nostri bambini devono rispecchiare l’idea che noi abbiamo di
figli perché, se sono lo specchio di ciò che siamo, allo noi siamo ciò che sono i
nostri figli. E quindi sia mai che loro piangano, che loro siano in errore, che
vengano rimproverati. Sia mai che cadano o inciampino. Noi non possiamo
permetterlo. Non possiamo, e non in difesa loro ma in difesa di noi stessi, del
nostro narcisismo genitoriale. La nostra identità di buon genitore ne viene
meno. Viene intaccata l’immagine riflessa nello specchio della nostra capacità
genitoriale.
E allora la domanda è: “E’ vero
che i bambini non sanno accettare la frustrazione?”. Vero, verissimo! Ma la
domanda ancor più grande è: “E’ vero che gli adulti sono altrettanto incapaci
di farlo?”. Osservo ciò che vedo e ai genitori vorrei dire: “Lasciate sbagliare
i vostri figli, lasciateli cadere pur restando accanto a per insegnargli a
rialzarsi, per insegnargli ad imparare dai propri errori, per insegnar loro ad
essere più consapevoli del fatto che tutti, ma proprio tutti, sbagliamo. Non
cercate sempre di sostenerli con corde che non appartengono loro. Non
anticipate ogni mossa. Non coprite sempre loro le spalle perché l’errore è la roccia
su cui si basa l’apprendimento!”. Ma quanto è difficile rompere lo specchio?
Quanto è difficile agire per liberare anziché agire per incatenare? Sopportare
la frustrazione di un pianto? Trattenersi dal trattenere? Superare il desiderio
di anticipare le cadute? Difficile, lo sappiamo. Eccome se lo è! Ma non si dice
forse che la scienza avanzi per tentativi ed errori? E la vita non fa forse lo stesso? E allora perché noi
assolutamente non possiamo vedere i nostri figli sbagliare? Perché siamo
convinti che i loro errori mostrino di noi il riflesso di ciò che non vorremmo
vedere?
Grande il desiderio di dire "Specchio, servo delle mie brame,
mostrami chi è la più brava del reame!", ma più saggio sarebbe rompere quello specchio e liberarsi dall’immagine
che immaginiamo per accettare la sfida del divenire e del comprendere!