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venerdì 18 dicembre 2015

"Ti insegno a fare da te"

La mia citazione preferita di M. Montessori è proprio questa, insieme a “Mai aiutare un bambino mentre sta svolgendo un compito nel quale sente di poter avere successo”. E' il nocciolo della questione. E' esattamente quello che intendo per "Ruolo di guida discreta". Può capitare che qualcosa sfugga al nostro controllo e che possiamo commettere due tipi di errore:

  • Primo errore: fare richieste troppo elevate senza aver dato gli strumenti adeguati per assolverle;


  •   Secondo errore: smettere di fare richieste e sostituirci ai nostri figli nello svolgere determinati compiti;


Entrambi questi errori purtroppo non aiuteranno i nostri figli a crescere. Nel primo caso si sentiranno inadeguati e incapaci e quindi frustrati dalla situazione e la loro autostima ne risentirà (e non è quello che vogliamo); nel secondo caso si adageranno e smetteranno di lottare comportandosi sempre in modo immaturo e magari dando per scontato che "tanto c'è la mamma che lo fa" (e nemmeno questo è quello che vogliamo).
Allora che fare? Proviamo a concentrarci e a ripensare con intensità al momento in cui i nostri figli hanno iniziato a camminare. Chi prima, chi dopo (e ognuno con i propri personali tempi, sempre da rispettare), hanno preso il volo e hanno iniziato a muovere i primi passi nel mondo. In questo delicato passaggio, nessuno di noi ha preteso di anticipare questo momento mettendo il proprio bambino in piedi prima del tempo. E, allo stesso tempo, quando ha iniziato a camminare, non abbiamo continuato a metterlo a quattro zampe o a tenerlo costantemente in braccio ma abbiamo lasciato che lentamente iniziasse ad esplorare il mondo.
La stessa cosa vale per ogni insegnamento che vorrete dare ai vostri figli da qui in avanti. La differenza sta solo nel fatto che ora non ci si dovrà affidare solamente all'istinto ma sarà necessaria una riflessione profonda sui passi da compiere. 
Iniziate stendendo una procedura semplice dei passaggi che potrebbe richiedere l'apprendimento di una determinata abilità e poi affrontateli una alla volta.
Torniamo al nostro esempio della scrivania in disordine. Un possibile tipo di procedura da seguire per fare in modo che i nostri figli si rendano autonomi nella gestione di questo spazio è la seguente:
1. primo giorno: decidiamo insieme come riorganizzare lo spazio.
2. una volta organizzato lo spazio in modo funzionale lo teniamo in ordine insieme per la prima settimana, fissando un appuntamento quotidiano di "esercizio dell'ordine" (se possibile, ma va benissimo anche ogni due giorni purché abbia una cadenza fissa e non saltuaria e lasciata al caso). 
3. dopo la prima settimana, passerò un altra settimana lasciando che mio figlio riordini in modo autonomo lo spazio ma sarò io a ricordargli di farlo ogni giorno e magari invogliandolo e sostenendolo e incoraggiandolo (mettetevi il promemoria).
4. passata questa ulteriore settimana, insegnerò a mio figlio a tenersi un promemoria (ad esempio sul cellulare se ce l'ha, oppure sulla porta della cameretta o sulla bacheca) per ricordarsi in modo autonomo di riordinare i propri spazi.
5. alla quarta settimana proverò a far togliere il promemoria a mio figlio così da mettere alla prova il suo apprendimento e capire se ha interiorizzato i passaggi. Nel caso in cui non funzionasse, tornerò al punto 3 o 4.
Alla fine di questa procedura (che può sembrare impegnativa ma che, fidatevi, funzionerà), dovrò tenere monitorata la situazione per un pò di tempo, con discrezione, passando in cameretta in modo casuale e controllando se tutto funziona.
Potrebbe accadere che il ritmo a un certo punto si perda, o che necessiti di essere allentato (magari perché i nostri figli avranno preso l'abitudine di riordinare automaticamente la scrivania dopo averla usata, oppure perché diventa stancante farlo con questa frequenza). Non c'è problema. I tempi di possono ricontrattare, ma non le modalità. Gli apprendimenti di procedure operative necessitano inizialmente di un lavoro costante, a presa diretta, senza mollare un colpo, altrimenti si rischia di dover ricominciare tutto da capo perché la procedura non è acquisita o perché subito dimenticata.
Dobbiamo tenere duro. Essere la loro guida discreta. Accompagnarli nel difficile percorso di "imparare a camminare", di "imparare a far da sè".
Richiederà tempo, energie e fatica ma alla lunga vi ripagherà con un autonomia che non pensavate di poter raggiungere. Vi sentirete leggeri, vi sentirete fieri dei vostri figli, capirete quanto sono capaci, quanto sono cresciuti e quante possibilità hanno di fronte a sè.
Ma la sfida non finisce qui perchè so che molte di voi in questo momento stanno pensando che il proprio figlio NON HA NESSUNISSIMA VOGLIA di mettersi a imparare l'arte del riordino. Ed ecco che qui casca l'asino. L'altro grande pilastro dell'apprendimento è proprio LA MOTIVAZIONE. Di questo vi parlerò nel prossimo post.
Nel frattempo siamo qui per darvi consigli o chiarimenti e per rispondere alle vostre curiosità.
L'esperienza degli educatori al servizio dei genitori...
A presto 
la vostra affezionata labformista

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