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mercoledì 27 gennaio 2016

Il dono della sensibilità

A Natale una persona cara mi ha regalato un libro intitolato proprio così. All’interno vi ho trovato una dedica personale e toccante. Non vi nego la grande gioia che questo mi ha dato. Non era un libro nuovo. Era un libro usato, letto, appuntato e vissuto. Un libro in cui questa persona ha ritrovato me tanto da farmelo avere in regalo. Ho provato grande felicità nel sapere di aver dato a questa persona coraggio e supporto nel momento del bisogno e nel sapere di avere lasciato un segno nella sua vita. Naturalmente ho letto questo libro. Ma principalmente ho riflettuto sul titolo: IL DONO DELLA SENSIBILITA’.
Inizialmente si potrebbe pensare che questo dono sia inteso come un dono del cielo. Una dote innata che una persona ha o non ha al momento della sua nascita e fin anche dal concepimento. Forse è così. Forse le persone sono o non sono sensibili solo per dote naturale e disegno divino.
 In verità, da educatrice quale sono io, penso che la sensibilità non sia solo una dote personale. Credo che la sensibilità sia un aspetto umano al quale possiamo educarci ed educare i nostri figli. Mi fermo un momento e penso a quanta mancanza di sensibilità ci sia oggi nel mondo. L’assenza completa di pensiero verso l’altro e per l’altro. L’incapacità di lasciare parole in sospeso nella nostra mente prima di spararle come raffica di mitra sulle persone che ci circondando disinteressandoci dei loro sentimenti. La mancanza di sensibilità come superficialità. Come lontananza dall’altro per quanto vicino possa essere. Come assenza di sentimenti di empatia, di compassione, di accoglienza. Come eccesso di superbia, egocentrismo e autosoddisfazione. L’assenza di sensibilità come rabbia riversata sull’altro per la condizione in cui ci troviamo noi, come odio verso il diverso, come rifiuto di sguardi e di parole, come indifferenza verso chi soffre, come selettività di battaglie da abbracciare, come mancanza di visione globale.
Mi guardo intorno e non posso pensare che tutto questo debba rimanere incontrollato. Non posso credere di non avere strumenti per rendere i miei figli persone migliori, giorno dopo giorno, gesto dopo gesto. La sensibilità si educa. La sensibilità si racconta, si evidenzia, si esprime ogni volta che facciamo un intervento educativo. Ogni volta che chiediamo ai nostri bambini di fermarsi un attimo e guardarsi negli occhi per chiedersi come stanno. Ogni volta che fermiamo i loro litigi e chiediamo loro di esprimere i propri sentimenti cercando di pensare a cosa pensa l’altro, inginocchiandoci davanti a loro, guardandoli negli occhi, accogliendo le loro emozioni. La sensibilità si sperimenta ogni giorno, in famiglia, a scuola, fra gli amici. Accorgendoci che l’altro sta soffrendo e che noi possiamo porgere una mano, avere parole di conforto, mandare un messaggio di sollievo. La sensibilità si respira quando veniamo ascoltati e quando ci viene insegnato ad ascoltare, quando veniamo rispettati e ci viene insegnato a rispettare. Con gesti, parole, azioni vere. Allora, se penso a questo, posso continuare a sperare. Sperare che sempre più genitori comprendano il grande compito dell’educare alla sensibilità mostrandola innanzitutto al prossimo più vicino. Sospendendo per un attimo il giudizio e lasciandosi guidare solo dal desiderio umano di portare sollievo e conforto.

Perciò il mio messaggio di oggi, 27 gennaio 2016, giorno della memoria, è “non lasciate che i vostri figli si dimentichino della solidarietà. Non lasciate che siano sopraffatti dalla rabbia senza riuscire a dargli voce. Non permettete che perdano il grande valore umano della sensibilità perché tutti, prima o dopo, avremo bisogno di persone sensibili e solidali accanto a noi. Fate ai vostri figli il dono della sensibilità perché un cuore sensibile non dimentica, perché solo così sarà davvero possibile NON DIMENTICARE!”

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