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domenica 14 febbraio 2016

Verso un mondo diverso

Mi torna alla mente un gesto che 38 anni fa fece mio padre. Avevamo appena finito di cenare e lui chiese a me e mio fratello maggiore di aiutarlo a riordinare la cucina così che la mamma potesse lavare i piatti. Alla sua richiesta mio fratello rispose “ma io sono un maschio!”. Allora mio padre lo guardò poi chiese a lui, a me e a mia madre di mettere le mani aperte le une vicino alle altre con i palmi rivolti verso l’alto e ci chiese di osservarli. Si rivolse a mio fratello e chiese “Vedi qualche cosa di diverso?”. Chiaramente, a parte le dimensione, differenze non ve ne erano. “Ecco!” disse “siamo una famiglia e tutti contribuiamo, maschi e femmine, grandi e piccoli, ognuno a seconda delle proprie capacità”.  Avevo solo sei anni ma non me lo sono più dimenticata, e nemmeno mio fratello! Ripenso a questo semplice episodio e credo che ci siano piccoli gesti quotidiani che fanno la differenza nell’educazione delle future generazioni. Così, quando sono a scuola e si avvicina l’ora della chiusura, ho pensato che c’è una frase che non funziona. Ai bimbi piccoli viene detto “ora ci prepariamo perché arrivano le mamme a prendervi”. Non può funzionare, perché non è la realtà. La vita reale è fatta di nonne, nonni, zie e zii, papà e mamme e anche di tate che vengono a prendere i bambini a scuola. Sono moltissime le persone che si prendono cura dei bambini prima e dopo la scuola e nominare solo le mamme significa insistere con uno stereotipo ormai superato della mamma che alle 16.00 prende il suo bambino a scuola. E vi dirò di più, penso che non faccia bene a nessuno. Penserete che sia una semplice frase! Io credo proprio di no! Sono fortemente convinta che siano proprio le piccole cose della quotidianità a formare le nostre personalità nel profondo e soprattutto in una fascia d’età come quella della scuola dell’infanzia. Così cerco sempre di porre molta attenzione quando parlo con i bambini sforzandomi di evitare gli stereotipi. Primo fra tutti lo stereotipo della famiglia patriarcale: la mamma che cucina, pulisce, lava e stira e il papà che va al lavoro. Mi impegno e modifico i miei racconti in “quando siete a casa e cucinate con il papà” oppure “mentre aiutate lo zio a stendere i panni e la mamma è al lavoro”. I bambini sono molto attenti a tutto ciò che ci circonda e noi possiamo, anzi dobbiamo, fare la differenza. Se non concepiamo noi per primi un mondo diverso nella nostra testa, in cui non vi siano ruoli definiti a priori e diversi per genere, difficilmente daremo ai bambini, futuri adulti, la possibilità di pensarsi in modo diverso, di pensare per ogni persona una variabile differente e non per questo sbagliata di viversi e vivere la propria vita. I tempi cambiano, il futuro ci anticipa e persino Barbie si è adeguata alla modernità e non sarà più una sola ma tante Barbie che impersoneranno etnie diverse, stili diversi, fisicità diverse e aggiungerei “era ora!”. Il futuro dei nostri bambini non è ancora scritto. Lasciate che siano loro a scriverlo pensandosi fra le mille variabili dell’esistenza possibili…

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